Non è semplice descrivere in poche righe una storia iniziata 70 anni fa; ci proviamo ripercorrendo le tappe più significative della nostra Società. Iniziamo questo breve viaggio, lungo appena 14 lustri.
ALEBBIO è l'antico nome di Rebbio, quartiere di Como alla periferia sud, ai tempi frazione del capoluogo.
Nel logo attuale della Società è stilizzato un campanile, quello della chiesa di San Martino; ed è proprio sotto quel campanile che è nata l'ALEBBIO, una storia legata sin dalla fondazione all'Oratorio della Parrocchia di Rebbio. Nasce in un contesto particolare, il dopoguerra, i ricordi bui sono ancora presenti ma c'è grande voglia di dimenticare. Sono anni con grandi fermenti di rinnovamento.
Rebbio, nel ‘52, conta già un migliaio di famiglie. I progetti urbanistici, già tracciati tra le due guerre, prevedevano la maggiore espansione della città proprio nella zona delle campagne, quella che ai nostri giorni sono via Grilloni, via Giussani. ecc, ma anche oltre la cosiddetta “milanese”, oggi via Pasquale Paoli.
Dal censimento parrocchiale del 9 ottobre 1954 sappiamo che l'Oratorio era frequentato da 307 ragazzi ospitati in un edificio di legno, chiamato con notevole ottimismo “la casetta”, che sorgeva dove ora c’è “la grotta”; all’interno dei tre locali non molto grandi si faceva già il cinema parrocchiale e la televisione era libera per tutti.
L'11 ottobre del 1953 viene inaugurato un campo da basket, grosso modo alla destra della “casetta”. Di movimento sportivo ce n’era già, pensate che nel maggio 1953 fu organizzata addirittura la 1a Olimpiade dei Ragazzi imperniata sulle discipline dell’atletica leggera e del calcio e dove Rebbio partecipò con due squadre: Rebbio Nord e Rebbio Sud. La 2a Olimpiade dei ragazzi si svolge l’1 e il 2 maggio 1954. Tra gli attivi organizzatori delle Olimpiadi tanta gente di Rebbio sollecitati dall’allora Coadiutore Parrocchiale, Don Virgilio Levi che poi diventerà direttore dell'Osservatore Romano e Prelato della Curia Vaticana.
Si fanno i primi confronti sportivi con gli altri Oratori, nel settembre del 1954 ad esempio la rappresentanza di Rebbio vince un torneo di calcio serale all'Oratorio di Albate e si aggiudica un bigliardino calcio balilla che va ad arricchire l’attrezzatura della “casetta”! Ma la “famiglia” dell’Oratorio cominciava ad essere esigente; nel primo numero del giornalino della Parrocchia, Giovani in cammino, del 10 ottobre 1954, si legge “... i ragazzi non sanno più stare fermi ... occorrono campi sportivi, campi da gioco ... per scaricare la loro elettricità, per depurare l'organismo e la mente ...”; nel supplemento si legge inoltre “... Lo sport è una forza educativa di prim'ordine, la grande partecipazione riscontrata [nella Olimpiade dei ragazzi] fa sentire prepotente il bisogno di dare alle manifestazioni sportive un carattere ufficiale, disciplinato e serio.” E così, con questa consapevolezza, il 12 ottobre 1954 viene decisa la costituzione ufficiale della UNIONE SPORTIVA ALEBBIO che si fregia dell'antico nome di Rebbio (ALEBIUM) assumendo i colori sociali bianco e blu a simboleggiare “... la tenacia delle vette immacolate e la trasparenza del cielo sereno.” Il suo primo stemma raccoglie i simboli dei 5 cerchi e della fiaccola olimpici.
Nasce quindi come generazione spontanea, quasi non se ne potesse fare a meno. Il 15 ottobre 1954 si riuniscono per la prima volta Soci Fondatori. Lo Statuto sociale, composto da 31 articoli, stabiliva tra l'altro (art.4) “L'Unione Sportiva Alebbio 1954 ha lo scopo di disciplinare, coordinare e sviluppare le attività sportive, escursionistiche e ricreative, guardando ad esse con spirito cristiano e cioè come a un valido mezzo di salvaguardia e di perfezionamento morale e fisico dell’individuo.”
La prima quota sociale risulta deliberata in lire 200. L'Unione Sportiva rappresentata dai Dirigenti e da un folto gruppo di Atleti si recava in Duomo dove prelevava la fiamma votiva, simbolo di unità con la Chiesa, che veniva portata a piedi, di corsa alla chiesa Parrocchiale dai giovani atleti e issata su un grande candelabro al centro del presbiterio. Seguiva la benedizione del nuovo vessillo della Società coi colori bianco e blu.
Nella notte del 23 gennaio 1955, ore 2:45 circa, i rebbiesi vengono svegliati dal richiamo accorato delle campane suonate a martello. I bagliori del rogo della “casetta” sono ben visibili da ogni parte di Rebbio. In poco più di un'ora la “casetta” venne ridotta ad un ammasso fumante di macerie a cui nulla ha potuto scampare nonostante l’instancabile opera dei Vigili del Fuoco. Questo gesto sconsiderato mise inconsciamente in moto un movimento di solidarietà che porterà alla nascita del nuovo oratorio! Spontanee incominciarono a pervenire le offerte. Il Comune mise a disposizione le vecchie scuole elementari di via Lissi (l'edificio ora sede dei Carabinieri). Le attività dell'Oratorio poterono continuare, di pari passo con quelle dell'Alebbio; furono organizzate corse campestri e iniziò ad espandersi il settore calcio.
Viene ancora organizzata la 3a Olimpiade dei ragazzi, dall’11 al 17 aprile 1955, che vide l'intervento di Vincenzo Torriani, storico direttore de La Gazzetta dello Sport; calcio e atletica leggera sono ancora gli sport dominanti. II 31 luglio 1955, con l'intervento di Mons. Vescovo Felice Bonomini, pur senza ancora disporre di un progetto definitivo, viene posata la prima pietra del nuovo Oratorio. L'Alebbio è parte attiva nella sensibilizzazione e raccolta di oblazioni e offerte, organizzando vari eventi. Il primo anno di attività dell'Alebbio dimostrò grande fervore degli atleti e ottima abilità organizzativa. Ne furono riprova gli ottimi risultati nel calcio e le molte partecipazioni a gare di tennistavolo, atletica, pallavolo, marce in montagna. Nelle giovanili del calcio si mise in luce un primo campione, Antonio Ghelfi che farà carriera professionistica in squadre di serie A e B, instaurando una “tradizione” che darà grandi soddisfazioni negli anni a venire. Nell’aprile del 1956 inizia la costruzione del nuovo Oratorio. La storia continua, con vicende alterne, che purtroppo non possiamo raccontare per la scarsa documentazione arrivata ai giorni nostri. Facciamo così un salto fino al 1987, Alebbio ha un organico di ben 350 atleti in 4 squadre di calcio, 7 di basket, 5 volley, 2 di tennistavolo. Nel 1990 viene revisionato lo Statuto della Società per l’obbligo di adeguamento alle nuove normative e per le disposizioni che regolano le affiliazioni alle varie Federazioni Nazionali. Nel maggio del 1995 Alebbio collabora ai festeggiamenti del venticinquesimo del Gruppo Turistico Rebbiese organizzando tornei di calcio, basket e volley.
Negli anni ‘80 promotore molto attivo del settore calcio è Giorgio Taiana, ancora oggi competente allenatore e Consigliere di Alebbio; sotto le sue attenzioni si fa luce un certo Gianluca Zambrotta, Campione del Mondo 2006!
Nel 1985, a 8 anni Gianluca si presenta all'oratorio perché vuole giocare a calcio! A Giorgio, suo primo allenatore, è difficile credere che il bambino che ha davanti non ha mai giocato a calcio fino ad allora, arriva sempre in largo anticipo agli allenamenti e si allena più degli altri.
Fa la differenza, ha talento, difficile che passi inosservato, e infatti nel 1989 è già al Como; da lì inizierà la splendida carriera che tutti conosciamo, piena di successi e riconoscimenti.
Nel 1976 un gruppo di ragazzi improvvisa una squadra di basket, e disputa un campionato di 1a divisione provinciale. Non ci sono i numeri per continuare ma fu evidente che c'era voglia di uno sport alternativo al calcio e alla pallavolo. Solo nel 1978 Alebbio decide di istituire un settore di questo sport, Bruno Pozzi ne è il promotore e il responsabile; con i primi 15 ragazzi e ragazze nasce il primo corso di minibasket. Si cura la tecnica di base e si disputano tornei misti. Nel 1979 aderisce ufficialmente alla Federazione Italiana Pallacanestro, inizia un vero boom di iscrizioni e si allestiscono più squadre, sia maschili che femminili.
Gli anni a seguire sono ricchi di risultati a livello giovanile, con squadre maschili e femminili. Nel 1990 la prima squadra vince il campionato di Promozione e disputa il suo primo campionato di serie D; si comporta onorevolmente ma i costi elevati sono superiori alle possibilità della Società e a fine stagione vengono ceduti i diritti.
Le leve giovanili sono sempre state molto curate, preparate ed educate allo sport con competenza e passione; una “vocazione” che anche oggi è un caposaldo dell’Alebbio.
Agli inizi degli anni ’70 nuovi sport cercano di offrire un’alternativa al calcio; il volley da subito si rivolge al mondo femminile che in un contesto storico di emancipazione vuole un proprio spazio sportivo.
Cosi, nel 1973, in sordina, un gruppo di ragazze entusiaste e volonterose, guidate da Giovanni Cavalieri inizia a fare volley; l’anno successivo il gruppo si affilia alla Federazione Italiana Pallavolo ed inizia il proprio primo Campionato, peregrinando tra le palestre messe a disposizione dal Comune di Como. Il settore si rafforza e si espande; i risultati delle squadre sono positivi ma al termine della stagione ’91 venne deciso di rinunciare ai campionati senior per dedicarsi esclusivamente al settore giovanile e minivolley.
La stagione ’91-’92 vede anche l’esordio dell’attività maschile con i primi 14 ragazzi. Con loro, nella stagione, gli atleti sono 126: una squadra maschile, 4 femminili e 45 bambini/e al minivolley. Il 31 maggio 1992, la Società è chiamata a organizzare una manifestazione di “Minivolley for Unicef”, in Piazza Cavour! 350 giovanissimi, in 56 squadre di 23 Società, su 8 campi, hanno animato la principale piazza di Como, attirando numerosi curiosi e turisti.
La prima squadra senior arriverà a disputare il campionato di serie C2 fino al termine della stagione ’97-‘98, quando rinuncerà a proseguire a causa dell’eccessiva onerosità proseguendo con i senior nei campionati di categoria inferiore e con l’attività delle squadre giovanili e minivolley.